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Colline Gubbio

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Gubbio - Ferratelle - Torrente Saonda - Case S.Lucia - Carestello - La Badia - Caderba - M.Lovesco - Camporeggiano - Madonna dei Monti - Casella Balda - S. Martino in Colle - Gubbio.

Località di partenza: Gubbio (parcheggio a Nord del Teatro Romano)
Lunghezza: 46,8 km
Dislivello totale: 1025 m
Quota massima: 840 m
Tempo totale: 4 ore
Grado di difficoltà: medio
Cartografia: Kompass n. 664 "Gubbio-Fabriano" 1:50000 Quadranti 1:25000 CTR-IGM 116 III - 122 I - 123 IV

E' una riposante e distensiva passeggiata sugli scorrevoli sterrati delle alte colline che separano la valle di Gubbio da quella del Tevere. L'interesse è soprattutto paesaggistico, anche se non è da poco conto la riscoperta della architettura rurale del contado eugubino, fra cui spiccano le case fortificate (specie di piccoli castelli) e le case palombare. Queste ultime, particolarmente tipiche e diffuse un po' in tutta la campagna umbra, si caratterizzano per avere nella parte centrale una torre circondata da altri edifici più bassi. E questa torre non costituisce un rialzamento del complesso abitativo, ma piuttosto un nucleo centrale unico, con mura molto più solide, su cui appoggiano le costruzioni complementari, sicuramente costruite successivamente. Sembra quasi che la torre, appunto la "palombara", abbia costituito l'edificio originario, il quale, sviluppandosi almeno su tre piani oltre il pianoterra, non era altro che una specie di casa-torre (molto diffusa nelle città del medioevo) in versione contadina: al pianterreno la stalla, sopra l'abitazione vera e propria, più in alto il granaio, più in alto ancora la "piccionaia", cioè l'ultimo piano dove si favoriva la nidificazione dei volatili che potevano costituire una fonte importante di alimentazione supplementare. A quel livello infatti la torre presenta piccole feritoie e un gran rosone in mattoni per l'aereazione. I vari piani erano collegati attraverso una scala interna.

Gli edifici che attualmente si appoggiano sulla "palombara", ben diversi nelle caratteristiche architettoniche dalla "casa-torre" originaria, non sono altro che il risultato di due mutate situazioni: con il passar del tempo il contado è divenuto sempre meno pericoloso e sono via via aumentate le esigenze della famiglia (ad ogni nascita o matrimonio c'era la necessità di nuovi locali); e la proprietà ha assunto pian piano una personalizzazione inconfondibile (tutto il contrario delle case d'oggi dove, nella stragrande maggioranza dei casi, la famiglia si deve forzatamente adattare a disposizioni architettoniche precostituite ed immutabili).

Questa caratterizzazione si è manifestata anche nelle comuni case coloniche dove spesso, ad esempio, è stato aggiunto un vero e proprio diverticolo, sporgente dalle pareti originarie, per avere a portata di mano ("senza andar giù nel cortil") il tanto indispensabile "loco comodo" (da allora sembra che siano passati secoli, e invece tutte queste "comodità" sono state conquistate solo poche decine di anni fa quando ancora erano abitate le case di campagna umbre).

E questo vale a maggior ragione anche per i nostri antichi borghi dove le caratteristiche architettoniche, esasperatamente "personalizzate", sono elementi di bellezza, suggestione e significato storico (se riuscissimo a ricostruire, passo a passo, l'evolversi della situazione edilizia, potremmo anche riscrivere una storia verissima sulla crescita della nostra situazione sociale e culturale). A proposito: partendo date un'occhiata alle vostre spalle, verso le movimentate, stupende linee architettoniche di Gubbio!

Parcheggiata l'auto nell'ampio piazzale che sta fra il prato del Teatro Romano e le vecchie mura di Gubbio (498 - 0,0), dirigiamo la bici sulla strada che corre accanto al parcheggio (oltre la steccionata Nord Est), indicata con "Perugia". Dopo 700 m, lasciata sulla destra la recinzione dello stadio, si abbandona la maestra (che prosegue con indicazioni "Perugia" e "Roma") per curvare decisi a sinistra su una nuova asfaltata (indicazione "camping"): la seguiamo in linea retta fino ad immetterci nella SS 298 (Via Perugina) (480 - 1,5). Qui si piega a destra fra alberi di tiglio e un intenso traffico automobilistico.

Arrivati al n° civico 120 abbandoniamo la Statale per piegare a destra su Via Madonna dei Perugini. Passiamo sotto la tangenziale di nuova costruzione; poi c'è Ferratelle e l'immissione su una strada di nuova costruzione (456 - 2,6), dove andiamo a destra in leggera discesa. Poco meno di due chilometri senza mai cambiare direzione ed eccoci sopra il ponte della Saonda (427 - 4,5): proseguiamo diritti, evitando la deviazione che parte a sinistra (dopo il ponte, Camping Orto Guidone). Alle coordinate (436 - 5,0) ci immettiamo sulla SP Mocaiana - Ponte d'Assi, dove si gira a sinistra. Si fanno appena 50 m e, superato un piccolo torrentello, abbandoniamo l'asfalto per una bella sterrata che risale a destra in mezzo a boschi.

Ci sono diverse deviazioni da evitare (consultare la planimetria). Dopo aver oltrepassato un ponticello (intorno bosco) e superato una salita breve ma abbastanza ripida, ecco un valico e un trivio (524 - 7,4): si prosegue in salita a destra su carrareccia f.a., evitando la carrareccia che piega a sinistra (Monticelli) e il tratturo che parte davanti, in piano.

Ad un bivio successivo (556 - 8,2) prendiamo a destra in salita. Ancora poche centinaia di metri e siamo a Case S.Lucia (ignorare la carrareccia d'accesso alle abitazioni) oltre le quale c'è un bivio (577 - 8,4): prendiamo a sinistra in discesa per una bella sterrata.

Con poche spinte arriviamo di fronte al Castello di S.Cipriano (con parco), che si aggira lasciandolo sulla nostra destra. Non facciano a tempo a mollare i freni che già siamo sulla strada asfaltata Villa Fassia - Carestello (478 - 9,8) (inizia la coincidenza con l'itinerario T 2). Prendiamo a destra in falsopiano, seguendo l'asfalto. Oltre l'abitato di Carestello finisce l'asfalto e c'è un trivio (522 - 11,9): la prosecuzione è sulla sterrata a destra in discesa.

Senza tanti problemi (a parte la salita), seguendo la maestra e le indicazioni della planimetria, raggiungiamo La Badia. Ancora un po' di salita, qualche tornante e poi ecco la SP 206 (768 - 16,7): si va a sinistra in salita su asfalto (a destra Gubbio).

Non passa molto ed eccoci sbucare sul crinale (Caderba) dove c'è anche un bivio (840 - 18,0): seguiamo l'asfalto che piega a destra, evitando la sterrata di sinistra ("Rancolfo", che è la continuazione dell'itinerario T2). Ora si va veloci in discesa passando fra rimboschimenti e campi. Allo Spaccio (740 - 19,9) finisce l'asfalto e si continua su sterrato. La maestra è sempre evidente.

Al trivio di Montelovesco (602 - 25,0) si va diritti in discesa. Senza quasi pedalare planiamo sul bivio (334 - 29,7) prima dell'Abbazia Protoromanica di Camporeggiano: davanti, dopo appena 50 m, c'è la SS 219 (bar, panini, telefono); ma noi giriamo a destra (facendo uno stretto tornante), su una nuova sterrata che, appena passato il ponte sul Torrente Lanna, incomincia a salire decisa.

E si arranca in salita fino al bivio per la Madonna dei Monti (648 - 33,9); poi falsopiano fino a quando non inizia la discesa verso la Piana di Gubbio. Attenzione in prossimità di Casa Balda (673 - 38,5) perché ci sono diverse deviazioni: si deve prendere la prima sterrata a sinistra in forte discesa (consultare la planimetria). Pochi minuti e siamo a S.Martino in Colle (fontana). Sotto c'è una curva a destra e poi inizia l'asfalto. Ultima volata in discesa e ci accoglie (438 - 41,2) di nuovo l'asfaltata Mocaiana - Ponte d'Assi.

Prendiamo a destra per qualche decina di metri per poi deviare a sinistra su una asfaltata che punta decisa verso Gubbio. Un po' ad occhio, un po consultando la planimetria, non sarà difficile ritornare al Teatro Romano (498 - 46,8).
 
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