Fossili - CENS - Nel Parco del Monte Cucco, natura, avventura, educazione naturalistica, speleologia, escursionismo, torrentismo, canyoning

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Fossili

Parco Monte Cucco
I fossili, impronte di pietra di organismi vissuti in ere molto lontane, costituiscono al tempo stesso un grande e affascinante spettacolo della natura e una inesauribile fonte di studio di quanto accaduto nelle ere geologiche passate. E nell’area del Parco del Monte Cucco tutto questo è ancora più straordinario e ricco di reperti.

Basti pensare alle rocce di Valdorbia, note in tutto il mondo per la ricchezza, la completezza e la peculiarità delle impronte fossili, alla serie completa di ammoniti del Monte Le Gronde, alla grandezza degli esemplari che si rinvengono a Fonte S.Giglio e nella zona sommitale del Cucco, alla straordinaria varietà e integrità delle forme fossili degli strati della Pignola dove è anche possibile - evento straordinario – rinvenire veri e propri resti di antichi animali, come denti di squalo o gusci di ricci.

Il materiale paleontologico dell’area del Monte Cucco è contenuto nelle rocce sedimentarie calcaree e marnose giurassico-cretacee (da 200 a 120 milioni di anni fa). Gli orizzonti fossiliferi più interessanti provengono dal Calcare Massiccio, dal Rosso Ammonitico (Lias medio-superiore, 194-180 milioni di anni fa), dal Grigio Ammonitico (Malm, 155-145 milioni di anni fa) e, più raramente, dal Calcare Maiolica. In queste stratificazioni sono contenuti soprattutto gli ammoniti, fossile guida del giurassico, le belemniti, i brachiopodi, i lamellibranchi, i gasteropodi e i cefalopodi.

Gli ammoniti costituiscono il grosso dei rinvenimenti paleontologici nell’area del Parco. Alcuni esemplari, rinvenuti presso la vetta del Cucco nelle rocce del Grigio Ammonitico, raggiungono anche il metro di diametro; nella maggior parte dei casi hanno un diametro di pochi centimetri se non addirittura di millimetri. Si presentano come conchiglie avvolte a spirale, suddivise in camere da sottili pareti . Erano dei molluschi cefalopodi (i tentacoli fuoriuscivano dalla testa che sporgeva all’occorrenza fuori del guscio) molto simili all’attuale Nautilus, con cui condividevano il sistema di galleggiamento: le camere interne venivano riempite o svuotate dall’acqua a seconda che, rispettivamente, volesse andare a fondo oppure risalire verso la superficie.

Il termine "ammonite" richiama il dio egizio Ammone, dai Greci identificato con Zeus (Giove), raffigurato con corna d’ariete, che si innestano a spirale sul capo e con cui gli artisti dell’antichità usavano ornare la fronte del dio.
 
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