Costacciaro-Perugia-Costacciaro - CENS - Nel Parco del Monte Cucco, natura, avventura, educazione naturalistica, speleologia, escursionismo, torrentismo, canyoning

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Costacciaro-Perugia-Costacciaro

Attività in montagna > Bici Montagna > Itinerari
Mappa itinerario settore NE
Mappa itinerario settore SO
Costacciaro - Palazzo del Billo - Guado Chiascio - Valico delle Scalette - Dondana - Montefiore - Case S.Martino - Mengara - M.Urbino - Morleschio - Casa del Diavolo - Ponte Pattoli - Castello di M.Nero - S.Marco - Ponte d'Oddi - Perugia.

Località di partenza: Costacciaro (La Locanda)
Località di arrivo: Perugia (Porta S.Angelo)
Lunghezza: 61,9 km
Dislivello totale: 1380 m
Quota massima: 766 m
Tempo totale: 8 ore
Grado di difficoltà: medio
Cartografia: Kompass n. 663 "Perugia-Deruta" 1:50000 Kompass n. 664 "Gubbio-Fabriano" Quadrante 1:25000 CTR-IGM 116 II - III 122 I - II 123 IV

Dalla Valle del Chiascio al Perugino, attraverso il Piano di Gubbio, la Valle del Tevere; da Est ad Ovest in un continuo saliscendi verso le colline dell'Umbria centrale. Il dislivello non è eccessivo e il fondo delle strade è abbastanza scorrevole (per lunghi tratti asfaltato): la traversata può essere fatta in una sola giornata. Insieme alla traversata  "Perugia-Costacciaro" costituisce un giro di oltre 130 km, da fare in più tappe.

Per lo schema della situazione stradale si faccia riferimento tanto alla planimetria  "Perugia-Costacciaro-Perugia" Settore Nord Est che a quella "Perugia-Costacciaro-Perugia" Settore Sud Ovest.

In prossimità di Costacciaro, si lascia la SS 3 Flaminia per raggiungere la zona degli impianti sportivi e il Ristorante La Locanda (512 - 0,0). Lasciate le auto, diamo le prime pedalate in discesa, in direzione Sud Ovest, lasciandoci alle spalle le grigie pareti e i boschi del M.Cucco, puntando verso il fondovalle dove scorre il Chiascio. Seguiamo una strada che ben presto diventa sterrata e corre sulla riva sinistra del Fossa Secca. Duecento metri dopo la partenza c'è una biforcazione: si prende a destra ad angolo retto continuando su sterrata pianeggiante. Già siamo nel mezzo dei campi, con poche case coloniche intorno.

Più avanti (495 - 0,6) si arriva ad un quadrivio fra sterrate: proseguiamo nella seconda a sinistra (tralasciando la prima che si incontra a sinistra, quella che prosegue davanti, l'altra che piega a destra).

Dopo un punto alto (486 - 2,4), si lascia a sinistra il Palazzo del Billo. Superiamo un tornante (a destra) e poche decine di metri più avanti ecco una biforcazione (440 - 2,9): abbandoniamo la sterrata che prosegue diritta oltre la recinzione di un "fondo chiuso" e giriamo nettamente a sinistra (tornante stretto) su una carrareccia f.n. in discesa.

Senza problemi viene raggiunto il fondovalle dove prima superiamo il Torrente Scirca (400 - 3,7) e poi, con un guado ben più lungo, il Chiascio (399 - 3,8) (se c'è troppa acqua è necessario, seguendo le indicazioni della planimetria, utilizzare la SC Sigillo-Torre dell'Olmo). Raggiunta Casa Fornace (402 - 4,4), ci immettiamo sulla sterrata Sigillo-Torre dell'Olmo-Dondana: si va a destra in salita.

Il fondo è buono e la pendenza è marcata solo all'inizio. Più si sale più si apre il paesaggio sulla Alta Valle del Chiascio, verde, punteggiata di case. Il Cucco sembra ancora più imponente e sovrasta la minuzia di Costacciaro, allungato sulla piccola collina assolata. Al Valico delle Scalette (609 - 8,6) il panorama si apre a 360°. Dopo una veloce picchiata si arriva a Villa Dondana, circondata da alberi. Qui ci immettiamo (426 - 11,5) sulla SS 219: la continuazione è a sinistra (a destra "Spada" e Gubbio). Seguiamo la Statale per poco meno di un chilometro.

Alle coordinate (426 - 12,3) la abbandoniamo per piegare a destra su una piccola strada asfaltata indicata con "Montefiore". Si superano case, campi e un bel bosco, sempre mantenendo la stessa direzione. Poi, a ridosso di un gruppo di abitazioni (396 - 13,9), la strada fa uno slalom in discesa (prima a destra e poi a sinistra) e diventa sterrata. Dopo il ponte sulla Saonda (355 - 14,8) inizia la salita verso il crinale di Serra Brunamonti.
Si passa un gruppo di case (388 - 15,3) e una ripida salita, dove il fondo diventa più accidentato.

Appena dopo un secondo gruppo di case ecco una biforcazione (425 - 15,6): lasciamo la carrareccia f.a., che continua diritta in salita, per deviare a destra, in salita più marcata, su una carrareccia f.n. che si inerpica al confine fra campi e macchia (30 m dopo l'inizio c'è una piccola costruzione per la raccolta delle acque). La traccia, molto mal ridotta, si biforca alle coordinate (465 - 15,7): andiamo a sinistra nella macchia, in salita. Poco più avanti (500 - 16,0) si immette da destra una nuova carrareccia: si prosegue diritti, sempre nella macchia. Superata con una curva a sinistra un'incisione, eccoci in un campo dove proseguiamo al limite del bosco (salita leggera). Cento metri più avanti, superata una seconda incisione, c'è un nuovo campo: qui scompare la traccia. Proseguiamo in salita nel campo lungo la linea di massima pendenza e accanto all'incisione appena superata.

Qualche decina di metri sopra (534 - 16,3) a destra c'è un varco nella vegetazione: ci vediamo di nuovo una traccia di tratturo. Si percorre questa nuova possibilità che permette di ritornare dall'altra parte dell'incisione (al fondo della quale si indovina una piccola opera di presa ). Nel nuovo campo la traccia è ancora più netta: la seguiamo andando a sinistra in salita, al margine del campo (vigneto). Man mano che si guadagna quota la traccia si fa più marcata.

In cima alla salita, sul crinale, raggiungiamo una sterrata, proprio accanto al complesso agrituristico di Case S.Martino (591 - 16,8) ("Agriturismo Serra Brunamonti"). Qui la via da seguire è a destra, lungo la strada che corre sul crinale: porta senza tanti problemi sulla SP 240 (asfalto) in prossimità di Case S.Angelo (530 - 18,8).

Seguiamo l'asfalto a destra solo per pochi metri, dopodiché abbandoniamo la SP per prendere una bella sterrata che piega a sinistra. Neanche 300 m più avanti, ad una biforcazione, andiamo a sinistra (a destra Ghigiano), sempre su sterrata in salita.

Mantenendo la maestra si arriva in vista di un grosso capannone (590 - 21,2): lasciamo la sterrata sinora seguita (che porta proprio al capannone) per piegare invece a destra in salita su una carrareccia f.a. abbastanza accidentata che con una successione di due tornanti, il primo a destra il secondo a sinistra, sale rapidamente di quota. Proseguiamo in salita; si supera Case S.Ghigiano e gli edifici a Sud del M.Salce; dalla macchia usciamo con una curva ad angolo retto a sinistra; a destra una fila di case.

Alle coordinate (631 - 22,6) mettiamo piede sull'asfalto della strada Mengara-Valdichiascio: la continuazione è a destra in salita.

Seguendo sempre la maestra si raggiunge la SS 298 in corrispondenza della Cima di Mengara (647 - 24,1): andiamo a sinistra in piano (a destra Gubbio).
Poche centinaia di metri dopo (647 - 24,4) si abbandona la Statale per girare a destra su una piccola asfaltata con indicazione "Monteurbino" e "Carpiano" (poco più avanti, sulla SS, c'è l'agriturismo Oasi Verde Mengara). Ora ci attendono molti chilometri di questa strada che prima tende a salire e poi discende fino alla Valle del Tevere. Le deviazioni sono numerose, ma il nostro itinerario segue la via maestra asfaltata (controllare sulla planimetria).

Il punto più alto lo raggiungiamo ad Est del M.Urbino (766 - 29,1). Dopo si tende a scendere. Il paesaggio è ampio e suggestivo. Il traffico automobilistico è di fatto inesistente. Ogni tanti si incontrano piccoli gruppi di case; alcuni hanno il telefono e il bar. C'è anche un ristorante. Dopo S.Cristina la discesa si fa più marcata. Lasciato sulla destra il bel Castello di Morleschio (360 - 38,8) puntiamo decisi verso il vicino fondovalle, sempre su asfalto.

Alle coordinate (302 - 41,5) ci immettiamo su una asfaltata più grande: evitiamo a destra in salita (indicazione "Civitella Benazzone") e proseguiamo diritti. Intorno sempre più case; poi l'abitato di Casa del Diavolo.

Qui ci immettiamo sulla SS 3 bis Tiberina (245 - 42,8): si gira a destra sulla Statale, ma la seguiamo solo per pochi metri. Infatti quasi subito pieghiamo ad angolo retto a sinistra su una nuova asfaltata indicata con "Ponte Pattoli" e "Resina" (ora attenti al traffico). Ora si pedala su una strada che attraversa la Valle del Tevere, circondati da campi e case di nuova costruzione. L'andamento è pianeggiante e rettilineo. Si passa sotto la superstrada E 45 (seguire sempre l'indicazione "Ponte Pattoli"), si supera il passaggio a livello della Ferrovia Centrale Umbra, per raggiungere infine il grosso centro agricolo di Ponte Pattoli e la grande trafficatissima asfaltata Resina-Perugia (210 - 45,2).

Qui pieghiamo a sinistra verso Perugia. Poco dopo (215 - 45,6) passiamo il ponte sul Tevere, oltre il quale c'è il nucleo storico di Ponte Pattoli.

Dopo il ponte si lascia la strada principale (che prosegue piegando a sinistra) per seguire a destra una nuova strada che entra nel paese (Via Marta). Ancora qualche decina di metri e poi c'è una biforcazione: evitiamo la destra (che passa sotto un arco ed entra nell'abitato) e giriamo a sinistra su Via Antonia. Qualche altra decina di metri ed eccoci ad una nuova biforcazione (210 - 46,5): l'asfaltata principale continua davanti in salita (Cordigliano e Monte La Guardia) ma noi si gira a destra, ancora su asfalto, per una strada pianeggiante che risale la Valle del Tevere. Trecento metri dopo finisce l'asfalto, ma la sterrata che prosegue è evidentissima. Le deviazioni di sinistra devono essere evitate.

Passato un ponticello (220 - 47,5) ecco una biforcazione: andiamo a sinistra. Neanche 50 m dopo altro bivio: ancora a sinistra sulla sterrata più piccola che segue il Fosso delle Tassinare. Si incomincia salire verso le colline di Perugia.

Alle coordinate (305 - 48,8), avendo davanti delle case semi diroccate, c'è una biforcazione: la sterrata va a sinistra verso le case, ma la strada giusta è a destra in salita su una carrareccia f.n. molto accidentata. La traccia è sconnessa ma non troppo ripida; si mantiene al margine di un rimboschimento.

In vista di una casa ci immettiamo su una sterrata (380 - 49,5): si continua diritti, lasciando la casa sulla sinistra in basso. Davanti spicca il Castello di M.Nero. Man mano la strada diventa migliore, fintanto che ci immettiamo su una strada asfaltata (495 - 52,9): pieghiamo a destra in salita. Poco sopra altra biforcazione (504 - 53,1): la strada giusta è a sinistra, sempre su asfalto (inizia il tratto coincidente con la traversata T 2).

Da qui si prosegue con andamento ondulato, lungo la strada principale (consultare la planimetria e seguire le indicazioni "S.Marco" e "Perugia"). Il profilo di Perugia sovrasta le colline di fronte; e visibilissima è la mole del Cassero di Porta S.Angelo, nostro punto di arrivo.

Oltrepassato il cartello "Perugia" ecco l'abitato di S.Marco (428 - 59,2): proseguiamo diritti fra le case. Dopo una salita e una discesa ecco Ponte d'Oddi (442 - 60,7): anche qui via diritti e su per la ripida salita che porta a Monteripido. Ora non ci resta che dare due pedalate per raggiungere la Torre di Porta S.Angelo (478 - 61,9).


Perugia - Ponte d'Oddi - S.Marco - S.Marino - Valbiancara - Migiana di M.Tezio - Caminata - Palazzo Guglielmi - Pieve S.Quirico - Parlesca - Valcaprara - Castiglione Altobrando - Carestello - Villa Fassia - Padule - Monteberto - S.Sebastiano - Chiascio Grande - Caprile - Costacciaro.

Località di partenza: Perugia (Porta S.Angelo)
Località di arrivo: Costacciaro (S.Rocco)
Lunghezza: 73,0 km
Dislivello totale: 1568 m
Quota massima: 840 m
Tempo totale: 10 ore
Grado di difficoltà: medio/impegnativo
Cartografia: Kompass n. 663 "Perugia-Deruta" 1:50000 Kompass n. 664 "Gubbio-Fabriano" Quadrante 1:25000 CTR-IGM 116 II - III 122 I - II 123 IV

Dal Perugino alla Valle del Chiascio, attraverso la Valle del Tevere, il Piano di Gubbio; da Ovest ad Est in un continuo saliscendi verso l'Appennino calcareo. Il dislivello non è eccessivo e il fondo delle strade è abbastanza scorrevole: la traversata può essere fatta in una sola giornata. Insieme alla traversata. "Costacciaro-Perugia" costituisce un giro di oltre 130 km, da fare in più tappe.

Per lo schema della situazione stradale si faccia riferimento tanto alla planimetria "Perugia-Costacciaro-Perugia" Settore Sud Ovest che a quella "Perugia-Costacciaro-Perugia" Settore Nord Est.

Da Piazza Grimana, dominata dall'Arco Etrusco (il più famoso monumento perugino), parte Corso Garibaldi (direzione Nord Ovest). Questa via, una delle più note e popolose della città, finisce proprio sotto la grande Torre (cassero) di Porta S.Angelo (478 - 0,0), da dove parte la nostra cavalcata verso il Monte Cucco: la sua aguzza piramide spicca sul profilo del lontano Appennino. Prendiamo a pedalare sull'asfalto che porta verso il Convento di Monteripido (direzione Nord Ovest) e la sede dei telefoni di stato. A Ponte d'Oddi, proseguiamo diritti. Dopo la Chiesa di S.Marco c'è un trivio (428 - 2,6): si prende a destra (indicazione "S.Marino") sempre su asfalto, con tante deviazioni a destra e sinistra. Alla biforcazione successiva (432 - 3,3) si va a destra (sempre indicazione "S.Marino"). Giunti in prossimità di Villa S.Marino ecco un trivio (460 - 6,4): a destra sterrata per la Villa (da ignorare), diritti l'asfaltata scende verso Ponte Rio (da evitare), a sinistra asfaltata che sale verso M.La Guardia e M.Bagnolo. Quest'ultima è la strada buona.

Più avanti altra biforcazione (504 - 8,9): andiamo nettamente a sinistra, ancora su asfalto e in salita (finisce la coincidenza con la traversata  "Costacciaro-Perugia"). Sempre seguendo la maestra, superiamo un punto alto per poi giungere ad un bivio (572 - 10,3) dove finisce l'asfalto : si continua diritti su sterrata un po' accidentata (ignorare la deviazione a destra). Lungo la strada più evidente (consultare la planimetria per sicurezza) raggiungiamo l'antico borgo di Valbiancara, oltre il quale c'è un bivio (538 - 11,8): evitiamo di continuare diritti (M.Civitelle e Buche del Diavolo) per piegare a sinistra in discesa. La pendenza non è marcata, il fondo abbastanza accidentato, qualche villetta intorno nella macchia.

In poche pedalate siamo sulla SC sterrata che sale da Cenerente (465 - 13,1): la via giusta è a destra in salita, verso Migiana. Sulla Forcella (500 - 13,8) si va a sinistra (indicazione "Migiana di M.Tezio"). Il panorama è splendido, dalla Valle del Tevere fino all'Appennino dove spicca, spesso bianco di neve, la mole acuminata di M.Cucco. Dopo la deviazione per Castel Procoio (a sinistra, da evitare) si attraversa in discesa la Migiana (fontanile di fronte alla chiesa). Intorno c'è il bosco. Dopo il Cimitero si arriva di fronte ad una gruppo di case (500 - 16,4) che si superano con uno slalom in salita.

Cento metri più avanti siamo di fronte ad un bivio: evitiamo di andare a destra per la carrareccia più marcata e pieghiamo invece a sinistra per una carrareccia f.n. abbastanza accidentata. Inizia l'attraversamento della costa orientale del M.Tezio, fra boschi, campi incolti, casolari abbandonati, più o meno intorno a quota 500 m s.l.m.

Duecento metri dopo Podere Piedimonte ecco una biforcazione (508 - 18,8): evitiamo di proseguire diritti (SP Perugia-Pierantonio) e giriamo a destra sempre su carrareccia f.n. Si arriva di fronte all'aia di una casa disabitata (490 - 19,4), dove pieghiamo a destra in discesa, lasciando la casa in alto sulla sinistra. Segue una carrareccia f.n. molto accidentata e in forte discesa (con variante che si ricongiunge più sotto: meglio a sinistra). Si torna a salire attraversando un gruppo di case (Caminata). Seguiamo una linea ENEL; intorno boschi di lecci. Alle coordinate (487 - 20,9) si lascia una casa sulla destra rasentandone il muro. Ci sono molte deviazioni da evitare (consultare anche la planimetria), comunque la maestra è sempre ben evidente. Qualche centinaia di metri più avanti si lascia sulla destra Palazzo Guglielmi (504 - 21,6): la carrareccia diventa sterrata.

Ora non resta che "picchiare" verso la Valle del Tevere dove ci immettiamo (228 - 24,9) sulla asfaltata La Bruna - Pieve S.Quirico.

Qui si va a destra, e senza problemi superiamo Pieve S.Quirico e il ponte sul Tevere (216 - 27,5). Alle coordinate (222 - 28,4) ecco l'immissione sulla SS 3 bis "Tiberina", dove pieghiamo a sinistra.

Seguiamo la Statale per poco più di un chilometro poi, dopo l'abitato di Solfagnano, l'abbandoniamo per imboccare (243 - 30,2) l'asfaltata che parte a destra con indicazioni "Rancolfo", "Valcaprara", "Castiglione Altobrando".

La salita è leggera; intorno campi e case di nuova costruzione. In corrispondenza di un gruppo di case (sulla destra) c'è una biforcazione poco visibile (277 - 31,3): la strada asfaltata continua diritta, ma la giusta prosecuzione è a destra, piegando ad angolo retto fra le case e seguendo l'indicazione "Castiglione Altobrando" e "Valcaprara". Ora il fondo è sterrato.

La bella sterrata, molto panoramica, supera le colline che separano la Valle del Tevere dalla pianura di Gubbio. Le deviazioni sono tante, ma nessuna crea problemi (eventualmente c'è sempre la planimetria). Anche le pendenze sono abbordabili, fatta eccezione per il tratto che aggira il possente bastione di Altobrando (temuta sentinella del territorio eugubino).

Giunti sul crinale, ecco l'asfaltata SP 206 (840 - 42,5): ignoriamo la sinistra (Montelovesco e Camporeggiano) per proseguire a destra, in discesa.

Alle coordinate (768 - 43,8) dobbiamo abbandonare l'asfaltata e girare di quasi 180° a destra su una carrareccia f.a. poco visibile. La strada scende decisa, supera la Badia, raggiunge il trivio di Carestello (522 - 48,2): andiamo a sinistra per l'asfaltata (che qui inizia). In quattro e quattr'otto siamo a Villa Fassia dove ci immettiamo (432 - 53,8) sulla SS 298: evitiamo sia la destra (Perugia) che la sinistra (Gubbio) per proseguire invece davanti, sull'asfaltata che porta a Padule. Si segue la maestra che corre sinuosa sulla pianura coltivata; davanti le montagne di Gubbio, nostra prossima meta.

Dopo il Molino Barbini e un tratto rettilineo, giunti a 180 m dalla SP Padule-Colpalombo, c'è un bivio fra asfaltate (412 - 56,1): abbandoniamo la principale (che continua diritta) per girare nettamente a sinistra su una vecchia strada.

La pendenza è minima e con molta scioltezza arriviamo dentro Padule dove ci immettiamo (450 - 58,5) sulla SS 219.

Qui non si va a destra (Fossato di Vico) e neppure a sinistra (Gubbio), ma si attraversa la Statale per proseguire su una nuova strada, sempre asfaltata, che sale fra le vecchie e nuove case di Padule, direzione S.Andrea del Calcinaro. Dopo 350 m l'asfalto termina: si continua su una sterrata, con tratti anche ripidi.

Alle coordinate (721 - 62,0) c'è un bivio: abbandoniamo la principale che continua diritta, quasi pianeggiante, e imbocchiamo la sterrata di sinistra in forte salita.

Dopo due tornanti eccoci in cima alla salita, in cresta e di fronte ad una nuova biforcazione (770 - 62,3): si evita di proseguire diritti per piegare invece a sinistra su una sterrata che corre pianeggiante (si evitano tutte le deviazioni a sinistra).

Dopo una ripida discesa la sterrata entra nel bosco, per uscirne subito dopo, proseguire per alcune decina di metri fra i campi e raggiungere una biforcazione (679 - 64,0): si abbandona la sterrata per girare a destra su una carrareccia f.n. che segna il campo coltivato e poco dopo s'infila nel bosco. La salita è poco marcata e il fondo tenace.

Dopo un "cancello" superiamo un valico, oltre il quale c'è un bivio: evitiamo la traccia di destra per piegare a sinistra in discesa. Lasciati sulla sinistra i ruderi di S.Sebastiano, discesa la ripida rampa che segue, puntiamo decisi verso il fondovalle dove ci aspettano i divertenti guadi sul Chiascio.

Il primo contatto con il fiume l'abbiamo alle coordinate (479 - 65,8) (ignorare la traccia a sinistra prima del guado). Ne seguono altri cinque e poi una salita che ci porta su una nuova carrareccia: andiamo a sinistra in discesa.

Questa strada porta senza tanti problemi (consultare la planimetria) sulla SS Flaminia proprio di fronte al Cimitero e all'abitato di Caprile. Da qui è un attimo arrivare al margine di Costacciaro (S.Rocco) (535 - 73,0), punto di arrivo della divertente pedalata.
 
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