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Monte Nerone

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Pianello - Secchiano - Via Stratta - Fonte Eremo - La Montagnola - Rifugio Corsini - Fonte di Grosso - Rimboschimento - Serravalle - Acquapartita - Serra dei Castagni - Oncia - Caiserra - Pianello.

Località di partenza: Pianello (Consorzio)
Lunghezza: 42,9 km
Dislivello totale: 1392 m
Quota massima: 1410 m
Tempo totale: 5 ore
Grado di difficoltà: molto impegnativo
Cartografia: "Monte Nerone" 1:25000 C.A.I. Città di Castello Quadrante 1:25000 CTR-IGM 116 IV

Monte Nerone è il più settentrionale dei rilievi calcarei dell'Appennino Umbro Marchigiano, ricchissimo di fenomeni di corrosione superficiali e profondi. Val d'Abisso, Fondarca, le Sorgenti del Giordano, il Sistema Sotterraneo delle Tassare, sono tutti frutto del progressivo smantellamento del Calcare Massiccio. Anche se si presenta come una aspra possente montagna, a ben guardare sembra che un gigantesco tarlo la stia progressivamente demolendo; ed ecco allora rupi, strapiombi, gole profonde, voragini, grotta incredibili, fiumi sotterranei inarrestabili tanto limpidi quanto saturi di calcare, sorgenti impetuose, il tutto a formare un insieme misterioso e affascinante di fenomeni naturali.

Sulle sue valli, lungo i pendii e le gole, ancora oggi è possibile osservare i segni delle grandi forze che hanno prodotto il corrugamento appenninico: le balze marnose sopra Via Stratta hanno strati di roccia incredibilmente piegati, flessi, attorcigliati, testimonianza certa delle grandi spinte interne che da sei milioni di anni modellano la nostra penisola.

Imprigionati nella roccia spesso si trovano i resti dell'antica vita marina, dagli strati di materia organica nera del Livello Bonarelli alle impronte dei grandi gusci nel famosissimo calcare "grigio ammonitico".

E poi il paesaggio: dall'alto delle sue cime si domina tutta l'Italia Centrale, le montagne pistoiesi, il Gran Sasso, l'Argentario, il Conero, l'Amiata e i Monti Sibillini.

All'ingresso di Pianello, in località Consorzio, c'è l'incrocio (400 - 0,0) fra la SP Cagli-Pietralunga e la strada che sale a Serravalle di Carda. Da qui prendiamo a discendere verso Cagli, per la bella e paesaggistica asfaltata che percorre la valle del Bosso: ne avremo per 7,4 km, fino a Secchiano.

Al termine del paese (321 - 7,4) si lascia la Provinciale per piegare a sinistra sull'asfaltata che sale in direzione "Piobbico" e "Roccaleonella". Ci aspetta un'ascensione su sterrato, carrareccia e sentiero per un dislivello di ben 1290 m, una delle salite più impegnative dell'Appennino umbro marchigiano, sicuramente paragonabile alle più famose salite alpine e pirenaiche.

Fatti appena 200 m della nuova asfaltata, che prosegue diritta ed evidentissima, si gira di quasi 180° a sinistra su una piccola asfaltata che porta, in forte pendenza, verso Secchiano Alto. Aggirata questa parte del paese con un'ampia curva a destra (termina l'asfalto), proseguiamo su una sterrata. che sale a tornanti senza grosse pendenze. Non ci sono problemi di orientamento, fatta eccezione per la biforcazione in corrispondenza del penultimo tornante prima di Via Stratta (516 - 9,8): si continua a destra per la sterrata, evitando la carrareccia f.a. che parte sulla sinistra. Superato anche l'ultimo tornante, raggiungiamo il paese "fantasma". Si prosegue in linea retta fra case disabitate, scendiamo a sinistra per qualche metro su una viuzza dal fondo in cemento, risaliamo subito dopo piegando a destra su una rampa fra due case: è tutto, il paese è finito, e si può continuare su un bel sentiero che sale diritto fra siepi ed orti (evitare i sentieri che vi scendono). Qualche metro dopo l'inizio del sentiero c'è un bel fontanile (550 - 10,3).

Il sentiero è pedalabile. Più avanti un bivio (600 - 10,6) con un nuovo fontanile in alto a destra: prendiamo il sentiero pianeggiante a sinistra, ignorando l'altro a destra che sale ripido. Superati altri orti, si scende in una incisione scavata nelle coloratissime "Marne a Fucoidi", tipica formazione argillosa delle rocce umbro marchigiane. Segue una stretta curva a sinistra e poi l'immissione (590 - 10,8) su una carrareccia f.n. Proseguiamo a destra in salita.

Non ci sono deviazioni evidenti e si può salire concentrandosi sulla respirazione (da controllare), sui rapporti (da cambiare di frequente), sul ritmo delle pedalate (da tenere basso), sulle traiettorie da seguire (evitando le zone più sbrecciate). E' opportuno portarsi dietro una macchina fotografica, così si avrà l'alibi per effettuare qualche salutare sosta. Comunque sarà bene girare lo sguardo intorno, perché man mano che si sale scopriamo il mondo e l'aria diventa pulita come il nostro spirito. Ogni tanto date un'occhiata alle strapiombanti pareti che dominano la vallata: lì vi sono le più famose "pieghe" dell'Appennino centrale, meta di tutte le spedizioni geologiche in visita nella zona.

Riprendiamo fiato nella breve discesa dopo il Valico di Poggio Le Guaine (907 - 14,3), ma poi eccoci di nuovo a spingere sui pedali nella ripida e sconnessa salita che porta verso la cima del M.Nerone. In basso si vedono i trocchi di Fonte Eremo (evidentemente anche qui arrivò l'opera infaticabile dei monaci benedettini). Qua e là ci solo piccoli gruppi di faggi; tutt'intorno pascoli e pietraie.

La salita è faticosa soprattutto per il fondo molto accidentato e sconnesso. Superiamo un'incisione con una curva a sinistra. Ora la carrareccia spiana e raggiunge un grande spiazzo (936 - 15,7) dove ci sono due possibili prosecuzioni: l'itinerario prosegue diritto in piano (si evita di piegare a destra su una carrareccia in forte salita).

Cento metri più avanti finisce anche questa prosecuzione: per proseguire si smonta di sella arrancando per qualche decina di metri su un ripido pendio erboso in direzione di una vecchia recinzione in filo spinato. Superata la recinzione si percorre con minor pendenza un nuovo prato, mantenendo a sinistra il filo spinato. Il sentiero dapprima è poco visibile, ma poi si fa sempre più chiaro e sempre più in salita (pedalare è difficile). Dopo un centinaio di metri ecco un altro prato e la traccia si perde nell'erba; per ritrovarla bisogna salire tenendosi sulla destra a ridosso di uno sparuto boschetto. Rimesse le ruote sul sentiero, oltrepassato un filare di bassi alberi (la recinzione è sempre 20 m a sinistra) raggiungiamo un bel fontanile (980 - 16,1): Fonte del Golanete. Qui bisogna ignorare un sentiero che parte sulla destra in piano, continuando invece in salita lungo la direzione sin qui seguita. Dopo una nuova recinzione il sentiero diventa una carrareccia f.n. erboso (1000 - 16,2).

Pedaliamo lungo il nuovo tratturo fino ad arrivare in un grande prato (qui la montagna è tutta un estendersi di pascoli in varia pendenza): la continuazione dell'itinerario punta a destra in salita lungo la linea di massima pendenza (come riferimento un piccolo rifugio che si trova più in alto di qualche centinaio di metri). Superata una curva a sinistra il tratturo raggiunge una nuova recinzione in filo spinato, che si oltrepassa aprendo (e richiudendo) un "cancello". Dopodiché eccoci (1080 - 16,9) sulla sterrata che sale da Cerreto.

Si prende a destra, in salita: la sterrata prosegue senza problemi fino sulla cima del Nerone e oltre. Ora, per un lungo tratto, non ci sono più complicazioni (a parte un bivio dopo 400 m dove si deve andare a sinistra) e ci si può concentrare sul paesaggio e sui fenomeni naturali (sul versante settentrionale del Cimaio è evidentissimo lo strato detto del "Bonarelli", nero di residui organici).

Finalmente la nostra fatica si conclude (per ora) sul valico a Nord della Montagnola (1410 - 21,0): abbiamo impiegato circa tre ore, facendo frequenti soste. Poco più avanti c'è una fontanella.

Dopo il valico ci sono dei tratti in falsopiano; poi si discende puntando verso il M.Nerone (quello con l'antenna TV). Oltrepassiamo dei piccoli malandati rifugi, si entra nel bosco, si lascia sulla destra la carrareccia che scende alla Grotta delle Tassare, superiamo una lunga sella erbosa (1350 - 21,9) per risalire dalla parte opposta. Poco più avanti si immette da sinistra, appena visibile, il Sentiero Italia (SI, bianco/rosso): lo seguiremo fin oltre Serravalle. Non ci sono problemi di orientamento e poco dopo, oltrepassata l'ampia sella di Pian di Roseto, si raggiunge (1380 - 22,8) l'asfaltata che porta al Rifugio Corsini e agli impianti di sci: evitiamo la sinistra ( in 20 minuti si arriverebbe a Serravalle e quindi a Pianello) e proseguiamo a destra in leggera discesa, seguendo le indicazioni "Colonia Don Orione" e "Sciovie M.Nerone". Alla Colonia, stagionalmente, è possibile trovare acqua, telefono e generi di conforto. Dopo una serpentina, si giunge ad un bivio: andiamo a sinistra (asfalto), evitando la strada a destra (asfalto) che scende verso Piobbico. Poco più avanti si raggiunge il parcheggio antistante il Rifugio Corsini e la partenza della sciovia (1280 - 24,7).

Oltrepassiamo il rifugio, lasciandolo sulla nostra sinistra, e puntiamo decisi in discesa verso una recinzione sottostante, che deve essere oltrepassata per raggiungere un nuovo sentiero (SI - n.26). Si piega a sinistra, mantenendoci più o meno alla stessa quota. Il sentiero, sempre ben evidente, ha inciso profondamente il manto erboso. La direzione da seguire è Ovest; intorno pascoli alternati a boschi di faggio.

Alle coordinate (1260 - 25,3) mettiamo le ruote su una vecchia carreggiabile: la seguiremo in discesa per un bel pezzo, sia su tratti scoperti e tagliati nella roccia, sia in un bel bosco. Una fonte da favola (Fonte di Grosso), chiusa nell'ombra dei faggi, invoglia a una sosta prolungata (1245 - 25,5).

Superata una incisione valliva con sorgente e un "cancello", sbuchiamo in una piccola radura. Qui bisogna fare attenzione perché la prosecuzione non è chiara: si piega a destra in discesa lungo un lastricato naturale, si prosegue diritti lungo la linea di massima pendenza fino ad uscire dal bosco con davanti solo prati e cielo. Ora bisogna tenersi sulla sinistra (leggermente) cercando di seguire la carrareccia un po' persa in mezzo all'erba. Ancora un centinaio di metri poi una recinzione e un taglio sulla parete. Sotto di nuovo bosco. Proseguiamo in discesa ripida evitando tracce secondarie, specie quelle di sinistra. Perdendo rapidamente quota usciamo dagli alberi e dopo un po' di slalom si lascia sulla destra un rifugetto diroccato (fontanile poco sopra) per raggiungere (1000 - 27,2) l'asfaltata che da Serravalle sale al Rifugio Corsini e alle antenne TV.

Proseguiamo a sinistra in leggerissima salita (sempre sentiero SI) fino a raggiungere, dopo circa 150 m, una traccia di sentiero (pochissimo evidente) che scende a destra dell'asfaltata verso una valletta sottostante.

Il sentiero raggiunge il fondo dell'incisione e un boschetto, dove troviamo la vecchia carrareccia, che però non deve essere seguita. Si prosegue invece su un sentiero, il più in alto in quota, che sale con strappi alternati a tratti pianeggianti (sempre SI). Raggiunto l'inizio di un grosso rimboschimento di pini (1020 - 27,9) c'è un bivio: proseguiamo a destra (SI) lungo una discesa tanto divertente quanto tecnica (attenzione ad alcuni tratti un po' esposti). Alle coordinate (970 - 28,2) evitare una deviazione a destra e proseguire per il sentiero marcato. Dopo vari tornanti strettissimi e molte curve divertenti, sempre nel bosco, raggiungiamo alfine la strada asfaltata Serravalle - M.Nerone (784 - 29,5).

L'itinerario prosegue a sinistra in discesa fino al crocevia di Serravalle (772 - 29,8) (Albergo M.Nerone, ristorante, bar, supermercato). Attraversiamo diritti in direzione "Acquapartita" e "Apecchio" ( a destra asfaltata per Apecchio e Piobbico; a sinistra asfaltata per Pianello). Ora la salita è appena accennata. Alle coordinate (792 - 30,2) il S.I. si perde a destra su una carrareccia f.n. che sale: continuiamo a pedalare spediti sulla maestra fino al Valico di Acquapartita (860 - 32,6) (Albergo Ristorante Pensione "La Serra", bar, telefono).

Ci sono diverse prosecuzioni. La principale, asfaltata, curva a destra e scende ad Apecchio ; un'altra, sterrata , prosegue diritta e scende verso Collantico, Pianello, Pietralunga; una terza possibilità è una carrareccia f.n. sabbioso che parte sulla sinistra, in piano, entrando nel bosco. La prosecuzione è proprio questa e vi ritroviamo perfino il Sentiero E1 che proviene da Bocca Trabaria (qui inizia anche la coincidenza con la traversata Bocca Trabaria - Bocca Serriola).

Dunque proseguiamo sulla carrareccia a sinistra, che poco dopo si impenna per salire sulla cresta, boscosissima, della Serra dei Castagni. La cima ha coordinate (916 - 34,1). La carrareccia discende leggermente ed è facilissima da seguire.

Giunti alle coordinate (902 - 34,3) c'è una biforcazione: si abbandona la maestra, che prosegue diritta lungo il crinale, per piegare ad angolo retto a sinistra per una nuova carrareccia f.n.. Dapprima avanziamo in piano; poi comincia la discesa. Ad un tornante a destra (890 - 34,5) si evitano le tracce all'esterno. Ad un "cancello", dove proseguiamo diritti, seguono alcune centinaia di metri di saliscendi.

Nuovo cambio di direzione e viabilità alle coordinate (854 - 35,1): si prende a destra, sulla carrareccia che parte ad angolo retto e oltrepassa un nuovo "cancello". Ora c'è un campo coltivato, che deve essere superato in tutta la sua lunghezza (a volte c'è una traccia di carrareccia) puntando in direzione Nord Est, cioè nella stessa direzione seguita fino al "cancello". Dopo una breve salita ci immettiamo su una carrareccia f.a. (854 - 35,3), che, essendo sopraelevata rispetto al campo, si vede solo all'ultimo minuto.

Si continua a destra in salita (a sinistra Valdara ed l'asfaltata Serravalle-Pianello), per giungere ad uno spiazzo (870 - 35,7) dove, oltre un "cancello", la carrareccia diventa una mulattiera ben tracciata che si tiene sulla destra della valle dell'Oncia.

Il fondo è erboso e sabbioso. Evitiamo le deviazioni che scendono a destra sui campi; restiamo dentro il bosco.

Alle coordinate (840 - 36,6) si esce su una radura, con sotto la fattoria (disabitata) dell'Oncia. Continuiamo diritti, in leggera discesa. E, oltre un gruppo di querce secolari, eccoci (833 - 36,8) sulla sterrata che scende a Caiserra e quindi Pianello.

Si va a sinistra in piano, nel bosco, sul crinale. Dopo un tornante stretto a sinistra la strada scende decisamente.

E per raggiungere Pianello non resta che rispettare queste poche notizie finali (magari consultando la planimetria):
(563 - 40,1) paese di Caiserra: da aggirare lasciandolo sulla sinistra ed evitando le sterrate che vi entrano dentro;
50 metri più sotto girare a sinistra ed evitare la sterrata che prosegue a destra;
(406 - 42,0) si passa il ponte sul Torrente Fiumicello e si ritorna, brevemente, a salire;
(422 - 42,1) immissione sull'asfaltata Serravalle - Pianello: prendere a destra in discesa.

Seguiamo le indicazioni "Cagli" e in poche pedalate siamo di nuovo al punto di partenza (400 - 42,9).
 
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