Primo documento scritto sulle grotte umbre (Pozzi della Piana) - CENS - Nel Parco del Monte Cucco, natura, avventura, educazione naturalistica, speleologia, escursionismo, torrentismo, canyoning

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Primo documento scritto sulle grotte umbre (Pozzi della Piana)

Molti pensano che i documenti più antichi sulla speleologia umbra si riferiscano alla notissima Grotta di Monte Cucco. Ma ciò non corrisponde alla realtà: il documento più antico riguarda i Pozzi della Piana nelle Gole del Forello, in comune di Orvieto. Infatti Pietro Martire Romani da Bagnorea (monaco) scrisse un poemetto in versi nel 1628 intitolandolo "Idillii" e nel VI Idillio narra che un'aquila bianca lo ghermisce e lo porta in una grotta la cui descrizione corrisponde in modo incredibile con i notissimi e bellissimi Pozzi della Piana, riscoperti dagli speleologi perugini (Salvatori, Viviani, Lemmi, Passeri, Mazza e molti altri) a partire dal 1959.

La storia si è così svolta. Nel periodo natalizio del 1959 Salvatori, Passeri e Mazza trovano, su indicazione degli abitanti della fattoria di Casa Castello (Titignano, Orvieto), gli imbocchi verticali della cavità, della quale, dalle tradizioni orali del posto, non risulta essere nota a nessuno in precedenza.

Ma con le esplorazioni degli anni successive si scoprono dei rami dove ci sono resti di frequenti visite umane, a partire dalla preistoria e sino alla fine del XVI secolo. Si trova anche una galleria che ha chiari indizi per essere qualificata la vecchia galleria di accesso (Galleria della Vecchia Uscita), che dal rilievo topografico è immediatamente adiacente ad un netto affossamento esterno della massa calcarea.

Le ricerche bibliografiche di Francesco Innamorati (GS CAI Perugia) portano a molte interessanti scoperte sul significato storico culturale delle Grotte delle Gole del Forello, fra cui il poemetto di Pietro Martire Romani da Bagnorea, che conferma in modo certo che l'ingresso antico dei Pozzi della Piana era la galleria della Vecchia Uscita e che questi erano niente altro che la Grotta descritta negli Idillii. Tale antico ingresso è stato chiuso da una frana verso la fine del 1700 (probabilmente ad opera dell'uomo) e se ne è persa la memoria per circa 150 anni. Attualmente è stato reso di nuovo agibile con uno scavo (degli speleologi di Todi).

Questa grande cavità nel passato verosimilmente veniva chiamata con nomi diversi. Innamorati ritiene che si possa identificare con la Grotta di Santa Romana di cui si ha menzione fin dall'epoca dei martiri cristiani e luogo venerato già prima dell'anno mille. (FS)
 
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